Una serata di mezza estate

I cavalli nella stalla, posta nella valletta sotto casa, battono nervosamente gli zoccoli sullo sterrato: prevedono l’arrivo di un temporale oppure sono semplicemente infastidite dalle noiose mosche.

Il cielo, verso l’Arera mostra una schiarita ma tutt'attorno nuvole scure si addensano. In lontananza scorgo le luci del campeggio e di qualche casolare sulla strada per la Plassa.

La strada sotto casa è deserta, in montagna si cena presto e altrettanto presto ci si corica. Qualche auto di villeggianti si dirige verso il capoluogo anche se, per stasera, non è prevista alcuna manifestazione estiva.

Una rondine passa velocemente sopra la mia testa: ricordo gli anni in cui il cavo dell’Enel, teso tra un palo e l’altro, era occupato da decine di bisbetici rondoni che, a turno, si alzavano in volo e dopo un paio di giri in cerca d’insetti tornavano ad appollaiarsi l’uno accanto all’altro continuando a cinguettare.

Anche loro probabilmente discutevano di “tempi duri” e di programmi d’espatrio.

I cavalli continuano a scalpitare.

Dal terrazzo della camera vedo le case di Zambla Alta illuminate, sembra l’immagine di un presepe in versione estiva.

Ora le nuvole si sono addensate sul Grem. Sono basse e impediscono la vista della Cima.
A tratti, sopra quella coltre che m’impedisce la vista del sorgere della luna, appaiono dei bagliori: sono lampi lontani, verso la Valle Seriana o, forse, ancora più lontani. Sono seguiti da un impercettibile brontolio del tuono che li succede.
I cavalli si sono chetati. Anche loro, come i montanari, si staranno riposando.

PS: Questa notte è piovuto. I cavalli avevano ragione!


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