La ragazzina dagli occhi azzurri

La incontravo spesso il mattino mentre mi recavo, da via Porta Dipinta, passando per via Donizetti e Piazza Rosate, nella sede della Scuola Media “ Bernardo Tasso”.

Era una ragazzina, capelli biondi e occhi azzurri. Incrociandola i nostri occhi si cercavano prima di abbassarsi pudicamente verso terra: un attimo sufficiente a incontrare quegli occhi e, forse, arrossire.

Dopo pochi passi mi voltavo a osservarla e nuovamente mi accorgevo che lo stesso movimento del capo lo faceva lei e il cuore pulsava più velocemente.

Cose da ragazzini, senza dubbio, ma che rimangono impresse nella memoria. Non ebbi mai il coraggio, o la sfrontatezza, non solo di fermarla ma nemmeno d’ardire un cenno di saluto. Bastavano quelle occhiate rubate.

La persi di vista per qualche anno, finché un giorno, una domenica invernale in casa di amici che avevano organizzato un pomeriggio con musica e ballo, la incontrai di nuovo. Nuovamente ammutolii osservando quegli occhi azzurri che mi fissavano con un sorriso misto di stupore e di leggero sarcasmo, evidente presa in giro della mia timidezza.

Ricordo che indossavo un “montgomery” color carta da zucchero e lei, la biondina dagli occhi azzurri, mi chiese semplicemente che glielo lasciassi indossare, annuii e rimasi nuovamente muto mentre lei, davanti ad uno specchio si osservava con attenzione.

Mi ringraziò, mi restituì il montgomery e se ne andò a ballare.

Era svanito il momento magico e per me, che non ebbi il coraggio nemmeno di chiederle il nome, rimase “la ragazzina degli occhi azzurri”.


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