Il "filo" della vita

Paragono la vita umana ad un filo tracciato all'atto della nostra nascita. Un filo, più o memo lungo. che determinerà l'inizio e la fine dell'esistenza di ciascuno di noi.


Purtroppo  è impossibile modificarne la  lunghezza, quando questo s'interrompe il dado è già tratto, passiamo nei ricordi altrui.

Questa considerazione può sembrare "fatalistica", e sostanzialmente lo è, ma è altrettanto difficilmente confutabile.

Molti osservano la prudenza in ogni occasione, affidandosi a contromisure qualche volta originali suggerite dai vari "stregoni" di routine.

Ma quel "filo" è implacabile, stabilito e inevitabile.

Potrei citare esempi di vicissitudini personali e molto vicine alla mia esperienza di vita e di amicizia, ma sarebbero unicamente una serie dolorosa.

Non esiste l'età, l'eccesso di prudenza (in alcuni casi ci pensano gli altri), la morigeratezza, il tutto è governato dal, chiamiamolo con un nome simbolico, "fato".

Sono fatalista ? Ebbene, entro certi limiti si.

Ovviamente no mi getterò da un ponte sperando che non sia arrivato il termine di quel filo, così come non mi getterò sotto un convoglio ferroviario.  Sarei da internare in un presidio psichiatrico, ma tutti i consigli e le indicazioni che leggo ogni giorno mi fanno sorridere.

Quando il mio "filo" avrà raggiunto quel limite, non ci saranno contromisure; s'interromperà e anch'io passerò nei ricordi.


Così almeno mi auguro.

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