Domenica mattina

Non sono ancora le sette, Cleo mi ha dato la sveglia con un bacio appiccicoso, è il suo metodo per farti alzare dal letto, agita la coda e m’invita a uscire sul terrazzo.



La giornata è splendida, sebbene la temperatura, durante la notte, sia scesa a quattordici gradi e una brezzolina mi consiglia la giacca di pile. Il sole illumina le vette delle montagne circostanti e l’aria è tersa.

Sulla strada che conduce al parcheggio dell’Arera, proprio sopra il rifugio rosso della Saba, diverse auto stanno salendo e le distinguo grazie ai raggi del sole che a ogni curva colpiscono i loro vetri laterali. Il parcheggio si sta riempiendo; sarebbe un vero peccato perdersi un giorno come oggi per salire alla Capanna 2000, dove ti accoglie la proverbiale ospitalità di Patrizia e Attilio, i rifugisti, per una prima colazione a base di splendide torte e aroma di caffè, per poi magari proseguire con una salita in vetta all’Arera o per percorrere il Sentiero dei fiori.

Il paese è ancora addormentato, nessuna finestra aperta, nessuna “scatola di sardine” in strada e il profumo dell’erba dei prati falciati ieri riempie l’olfatto e i polmoni.

Guardo verso il Menna, oggi si celebra l’annuale festa al Rifugio Maga e, a quest’ora, molti appassionati saranno già in cammino lungo l’erto sentiero che partendo da Zorzone lo si raggiunge in un paio d’ore.
Rientro in casa, faccio colazione e avverto il rumore dell’elicottero che inizia a trasportarne, partendo dal “pratone” del Colle di Zambla, i “debosciati” turisti al Rifugio, attratti solo dalla grigliata di mezzogiorno.
Il via vai del velivolo indica che la categoria è numerosa e – riflettendo – penso che magari anche il panorama della Conca, visto dall’alto, sia uno spettacolo da non perdersi (pecunia permettendo).

Invidia repressa con una tazza di The.

Vado ad acquistare il quotidiano, accompagnato da Matteo, e sono avvicinato da una signora: «Lei è Sangalli – mi chiede con tono che non ha bisogno della mia risposta affermativa - sono Ornella, una sua amica di Facebook, e faccio parte del Gruppo Amici della Conca di Oltre il Colle».

Afferma che segue giornalmente le notizie che pubblico e che apprezza le “cazzeggiate” (il termine è mio) che mi diverto a scrivere.

Intima soddisfazione da “adulato” che cerco di non lasciar trasparire.

La strada è ancora deserta ma come arrivo in prossimità della parrocchiale comprendo il motivo: l’intera popolazione di Zambla, villeggianti compresi, sta uscendo; era tutta a Messa.

Buongiorno, ciao, bella giornata. Qualcuno, esagerando, augura addirittura: buon appetito.

Si, va bene, siamo montanari, ma il “buon appetito” alle dieci e mezzo del mattino mi pare eccessivo.

Mi avvio verso casa, il quotidiano è come il pane: “ è buono fresco” e se non leggo le notizie riportate, rimango assente dalla vita del Mondo.

Come se me ne fregasse !



Commenti

Post più popolari